Il sole di mezzanotte mi ha fregata. La sera del mio arrivo nei fiordi il tempo era bellissimo, dal pulmino ho visto il sole alto sul mare e ho pensato che avrei avuto tutto il tempo che volevo per fotografarlo. E invece Ísafjőrđur, dove ho passato due notti, è collocata in modo tale che il sole dopo una certa ora scompare dietro le montagne, e non c’è niente da vedere.
Godere del semplice spettacolo della natura senza fare un’escursione a pagamento con un tour operator non rientra tra le esperienze consigliate dagli uffici informazioni per turisti, e così bisogna mettersi a studiare la geografia dei fiordi per capire dove andare a scattare delle belle foto al cielo. Con Anna, la ragazza francese che sta partendo per campeggiare nella riserva di Hornstrandir, concludiamo che il posto migliore da queste parti è Boulangarvík, a una dozzina di chilometri da Ísafjőrđur verso il mare aperto. Da lì si può salire su una montagna che sovrasta il paese e godersi lo spettacolo da lì, o farsi un’altra dozzina di chilometri fino a Skalavík, il posto perfetto per vedere il tramonto, pare, tanto è vero che quando entrerò in possesso di una mappa dettagliata della zona di Boulangarvík, scoprirò che Skalavík è indicata con il disegno di una coppia che si tiene per mano guardando il tramonto.
Boulangarvík, però, in teoria il secondo centro abitato della zona, in realtà sembra un villaggio abbandonato. Molte case sembrano disabitate o in disuso, e per strada non c’è praticamente nessuno. I pochi esseri umani vanno in giro in fuoristrada. Le porte d’ingresso della guesthouse sono tutte aperte, ma dentro non c’è nessuno. La proprietaria mi dice al telefono che ho addirittura una stanza singola tutta per me, che mi ha lasciato la chiave della stanza nella toppa e che per pagare posso lasciare i soldi in un cassetto. Bastano pochi minuti per rendermi conto che non ho solo la stanza, ma l’intero edificio tutto per me, e che secondo il libro degli ospiti gli ultimi visitatori sono stati qui due mesi fa.
Il tempo inizia a guastarsi e di salire a piedi a vedere il tramonto sulla montagna non se ne parla, oltre tutto non ci sarebbe niente da vedere se non le nuvole. Mi incammino sulla strada per Skalavík pensando che troverò un passaggio, ma non c’è anima viva se non una ragazza che correndo sale per un po’ sulla montagna e torna indietro. Le nuvole aumentano e anche il vento freddo, anche volendo arrivare a Skalavík non ci sarà nulla da vedere. Ripiego su una birra, ma a ben vedere non ci sono locali, solo un’altra guesthouse dove però ci sono solo due avventori che hanno finito di mangiare, e vengo quindi informata che la cucina è chiusa (saranno le nove di sera al più tardi), e come in molti di questi posti la birra è servita solo come accompagnamento ai pasti.
Faccio un mesto ritorno nella guesthouse tutta per me e accendo la musica (ho le mie piccole casse portatili) per coprire il silenzio dei corridoi e il rumore del vento che a tratti scuote l’intero edificio. Con tutte le stanze che ci sono, mi hanno dato proprio quella che ha un vetro un po’ rotto. Se il tempo non migliora, vado via appena posso in mattinata, anzi vado via in ogni caso.
Al risveglio preparo lo zaino ed esco. Anche di mattina in questo posto non c’è vita. Di fronte alla stazione di servizio scopro la cosa migliore che c’è in questo paese dimenticato: un cartello stradale con la scritta rideshare e istruzioni per fare l’autostop. Ti metti accanto al cartello e indichi tra quelle elencate il nome della località che vuoi raggiungere. Il cartello quantifica anche la mancia consigliata per l’autista del mezzo che ti darà un passaggio. D’altronde qui i mezzi pubblici sono una rarità.
Funziona benissimo! Il primo automobilista che passa si ferma e mi porta a Ísafjőrđur. Si torna (brevemente) nella civiltà. Al supermercato di Ísafjőrđur incontro Anna, la francese (qui i turisti sono pochissimi e quasi tutti americani, s’incontrano sempre le stesse persone), che finalmente è in partenza per il suo campeggio into the wild. Le racconto la mia serata a Boulangarvík. Anna ride: “non era un po’ di pace e solitudine ciò che stavi cercando?”, e si rimette in viaggio.
Boulangarvík, fiordi del Nord-Ovest, Islanda.