Pietrasecca. La falesia di casa, le fughe rapide dal lavoro nei pomeriggi d’estate, le ore piccole nelle sere di luglio che alle nove di sera sei ancora in parete e sul sentiero è già buio pesto, i tramonti di dicembre, le mattine d’inverno che arrivi quando non c’è nessuno e fa ancora freddo, ti fai scaldare dal primo sole e all’ora di pranzo sei già a casa.
La cattedrale, l’appuntamento della domenica. C’è sempre qualcuno da salutare, che ti rimette la pulce nell’orecchio di quella via classica da riprovare, la bestia nera che non ti riesce da anni o la via che è un vecchio amore e che monterai volentieri per qualcuno che è nuovo da queste parti. E c’è chi ha imparato a memoria tutte le vie della falesia e le riconosce da una foto di un frammento di roccia.
Pietrasecca è un amore che nasce lento, non è un colpo di fulmine, non si ama a prima vista, anzi a prima vista non prende proprio bene. A prima vista colpiscono i segni di magnesite ormai sfacciati, le orrende vie gemelle brutte e unte, la terra sporca, i pezzi di vetro, i cocci di mattonelle, i cappelli sui rami, i frigoriferi e i televisori incastrati tra roccia e alberi, immaginati o veri o immortalati dai nomi delle vie. Il viadotto dell’autostrada che è un pugno in un occhio, quel rumore di auto, camion e moto che rovina tutto, ma a cui finirai per affezionarti. Le petizioni contro la spazzatura, gli autovelox, la colazione al bar con la chiave del bagno col portachiavi gigante a forma di tazza del cesso, le pizzerie, provate tutte, per festeggiare la via liberata o per affogare in una peroni la delusione per un tentativo non riuscito.
L’erba tagliata per cercare un orologio smarrito, le mie chiavi della macchina svanite nel nulla e ritrovate tre settimane dopo nella tasca della giacca, e intanto tornare a Roma in sei nella macchina di un amico, il portafogli lasciato al supermercato al ritorno a Roma. Pietrasecca ogni tanto prova a portarsi via una parte di te, e in effetti una piccola parte del mio cuore resterà lì, tra le pieghe della roccia.
Pietrasecca, falesia per tutte le stagioni, mi mancherai.
Pietrasecca, Carsoli, Abruzzo.
avevo scritto una dichiarazione d’amore del genere, qualche anno fa… 🙂 http://vocialvento.altervista.org/blog/i-love-drystone/
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@buzz: che bello! come si somigliano le nostre parole 🙂
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