Sopra le montagne, laggiù sulla terraferma, dall’altra parte del mare, sta sorgendo rapida una luna enorme. Sorge e attraversa sfacciata il tramonto che in questa sera senza nuvole è “solo” un rosa uniforme che avvolge per un’ora il mare e una striscia di cielo. Sulla strada principale tutti si sono fermati ad ammirarla e a fotografarla, anche se a scattare una foto decente alla luna non ci si riesce. Una coppia che ha attrezzato la macchina per dormire in un angoletto a bordo strada guarda questa luna incredibile direttamente dai sacchi a pelo. Hanno un sorriso che non finisce più. E forse ho lo stesso sorriso anche io, che sono in fuga dal villaggio per una piccola passeggiata serale sperando che nessuno abbia bisogno di me e mi chiami. Illusione passeggera, un quarto d’ora e devo tornare indietro, richiamata all’ordine da una coppia italiana che si è persa, da un ragazzo tedesco tornato infangato e quindi bisognoso di gettoni per la lavatrice dall’escursione che gli ho consigliato, e da una ragazza che è appena arrivata e sembra triste come poche nonostante il post-it che le avevo lasciato sulla porta con tutte le istruzioni del caso. Continua a leggere
Tag: escursionismo
La bussola
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Oggi mi hanno regalato una bussola. Me l’ha regalata una di quelle persone che passano di qui per tre giorni e con cui di sfuggita ti racconti la vita, mentre impazzisci in reception tra una telefonata e un check-in. Me l’ha regalata una delle tante persone che passano di qui e mi raccontano che anche loro hanno cambiato vita, e più volte. O che anche loro sono stati, o sono tuttora, in aspettativa dal loro lavoro, per pensare al futuro o semplicemente per dare un’occhiata al mondo senza una data di scadenza troppo ravvicinata. Anche se poi, come ho imparato quest’anno, anche se hai sei mesi, il tempo si dilata, si dilata a dismisura e non basta neanche per vedere un paese, magari sì per impararne la lingua, ma per fare un viaggio no, il tempo non basta mai, il viaggio, una volta iniziato, potrebbe non finire mai. Continua a leggere
La finestra sul mondo
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Sono qui da un mese e mezzo e già quando sono arrivata non faceva per niente buio. Ora giorno e notte la quantità di luce è perfettamente uguale, cambia solo la qualità. A quest’ora, verso mezzanotte, il mare diventa rosa da questo lato della costa, il lato sfigato, quello dove non c’è alba e non c’è tramonto (è sulla costa occidentale, dalla parte opposta rispetto a qui, che il sole fa finta di sorgere e tramontare, sfiora l’orizzonte e torna su). Io se posso vado alla scogliera con una lattina di birra, l’unico lusso che abbiamo da queste parti, lusso visto che una lattina da mezzo litro costa quasi quattro euro, e mi metto lì su un sasso a guardare il mare che cambia colore, con una luce diversa ogni giorno. L’anno scorso una ragazza norvegese che lavorava qui nella panetteria del villaggio mi disse una cosa che ora porto con me ogni giorno. Che puoi fare ogni giorno la stessa camminata, la stessa escursione, ma non sarà mai la stessa, perché la luce cambia ogni volta. La luce, la quantità di neve sulle montagne, gli uccelli in volo sopra il lago. Ora che sono qui da un po’ capisco cosa intende. E penso che forse se pubblico tante foto dello stesso lago e della stessa scogliera non percepirete, come faccio io, il tempo che passa, la neve che si scioglie, la luce che aumenta ancora per qualche giorno e che poi inizierà a diminuire e mi farà dimenticare la vaga tentazione di restare qui per qualche altro mese anche dopo l’estate, perché senza tutta questa luce questo posto è diverso, perde un po’ della sua magia. Continua a leggere
Le onde
Non avevo mai visto le onde, prima d’ora. Continua a leggere
Dietro la prossima curva
“Gira appena possibile. Gira appena possibile”, mi intima, con la calma di un rapinatore svogliato, il navigatore offline e per ora ancora gratuito che ho installato sul tablet. Doveva essere gratuito per due settimane e invece è quasi un mese che funziona senza pagamento e senza proteste. Mi aspetto che smetta di funzionare all’improvviso mentre mi trovo in un posto sperduto, senza indicazioni e senza accesso a internet. In ogni caso, appena ne avrò occasione avrei voglia di comprare un bellissimo e dettagliatissimo atlante stradale, un oggetto d’altri tempi, il cui desiderio in me si alimenta da quando, l’estate scorsa, facevo l’autostop con in tasca una piccola cartina stradale strappata da qualche dépliant turistico. Il problema è che l’atlante stradale invecchia più in fretta di un navigatore, e non ti parla mentre guidi, quindi ti costringe a fermarti per consultarlo. Ma tanto io mi fermo lo stesso per fare una foto in ogni piazzola a bordo strada, e quindi non fa niente.
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