Sud del Portogallo, fine marzo, tramonto. Sola in macchina di ritorno da una lunga escursione a piedi tra scogliere, dune e le onde più grandi che abbia mai visto o anche solo immaginato. A fine giornata presentimenti orribili – e, col senno di poi, tutt’altro che infondati – affollano la mia mente. Da diverse ore nell’iPod – sì, ho ancora l’iPod, finché dura – mi fa compagnia l’intera discografia di Lucio Dalla. Continua a leggere
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Voglio restare
Sconfinare in Portogallo forse non è stata una grande idea. O, meglio, per dare a Cesare quel che è di Cesare, Sagres, ovvero l’estremità sud-occidentale dell’Algarve, la punta dove finisce la penisola iberica e inizia l’oceano, è una meraviglia di scogliere, spiagge, sentieri, onde, dune, surf e birre in ottima compagnia.
Non è stata una grande idea, invece, fermarsi per qualche giorno in Alentejo, la regione immediatamente a nord del più famoso Algarve, sulla via del ritorno da Sagres all’Andalusia. Continua a leggere
Lo zaino rosso
La ragazza con lo zaino rosso bussa alla porta a vetri del piccolo bed&breakfast, ma a parte me non c’è nessuno. Maria, Nicola e Nelson, i tre dipendenti, sono probabilmente tutti dall’altra parte della strada, nel bar-ristorante che credo appartenga agli stessi proprietari. Lascio le lenticchie a sobbollire in pentola e vado ad aprirle la porta. Vedere lei e il suo zaino mi strappa un sorriso. Credo sia la prima ragazza in viaggio da sola zaino in spalla che incontro da tre mesi a questa parte.
Le onde
Non avevo mai visto le onde, prima d’ora. Continua a leggere
Selfie al faro
Il faro, la scogliera, l’oceano, il tramonto. Quasi ci faccio l’abitudine. In effetti, me li vado a cercare, questi posti. La scogliera di Látrabjarg nei fiordi islandesi, il punto più a ovest dell’Europa, dove arrivare in autostop è una vera avventura. Il faro di Skomvær, su un isolotto sperduto in mezzo a un oceano gelido cento chilometri al largo della Norvegia settentrionale. Il faro di Cabo Trafalgar in Andalusia, circondato da onde bellissime e distese di sabbia deserte, a poche centinaia di metri da spiaggia e baretto e parcheggio affollati di centinaia di surfisti e surfiste perfettamente curati al cui cospetto io, che eccezionalmente non avevo potuto farmi una doccia nei precedenti tre giorni, mi sentivo un po’ a disagio. Continua a leggere